VIAGGIARE HUMANUM EST: L’EQUIVOCO DELL’ERRARE
"Ringrazio il Dirigente Scolastico Antonella Ruggeri per essere una grande forza che promuove questa comunità educante, questo villaggio in cui si porta avanti il pensiero e la tradizione.
Tradizione è una parola che viene dal latino tradere e significa consegnare.
Si fa qui una comunità educante in cui si consegna il messaggio dei grandi storici che ci hanno preceduto. In questo caso Giustino Fortunato.
Tradere, però, è quella parola latina da cui viene anche tradire.
Si pensi alla figura di Giuda che ha consegnato Gesù ai suoi nemici.
Siamo stati accolti stamani da una splendida orchestra della scuola superiore di primo grado, che ci ha fatto ascoltare una bellissima canzone dal titolo “Hey Jude” e che mi ha fatto pensare proprio a Giuda.
Vorrei dedicare questo brano a certi politici traditori lucani che vendono la loro terra per prendere sottobanco le commissioni dalle aziende petrolifere, avvelenando il territorio e facendo in modo che molti di questi ragazzi un giorno partiranno, e non torneranno più.
AMORE E PAURA
Volendo sintetizzare l’azione di ogni essere umano, invito a riflettere assieme su di un bivio esistenziale e sempiterno, in cui una strada va verso l’amore - l’amore verso se stessi, la propria patria, la terra da cui proveniamo, l’amore verso i propri compagni, l’amore incondizionato verso la natura - e l’altra strada che invece volge verso la paura.
Ogni azione umana arriva sempre a questo duplice bivio: o l’amore o la paura.
Giustino Fortunato è stato un uomo d’amore, un uomo appassionato, che ha lottato, che ha combattuto per i diritti di questa terra e del Meridione, e anche di voi giovani che vivete adesso a Rionero. Ci sono stati uomini che hanno combattuto, che non sono più qui. Ma nonostante questo le loro idee volano libere nel cielo sconfinato e arrivano a noi come stelle danzanti - diceva Nietzsche - che splendono nelle notti delle nuove generazioni e fanno in modo che tutti giovani possano avere una luce che illumina la realtà in cui vivono.
E poi c’è la paura. La paura ad esempio d’impoverirsi, che è poi amore malsano verso il denaro che genera la corruzione politica che ci troviamo spesso a condividere in questa nazione.
Amore e paura. Ma paura di che cosa? Di qualcosa che è anche la caratteristica prima adolescenziale: la paura di sbagliare, la paura dell’errore.
L’errore può essere fatale. Per un errore si può perdere una penna, si può perdere un portamonete, si può perdere l’orgoglio, la dignità, si può perdere la casa. Si può perdere addirittura la vita, per un errore. Quindi per la paura di sbagliare, gli uomini e le donne, spesso, s’imprigionano in celle invisibili in cui stanno bene ma non profondamente come potrebbero, se invece fossero liberi.
Nel vocabolario la parola errore viene descritta col termine deviazione, allontanamento, sbaglio. Dal latino error, derivato appunto di errare, vagare, deviare, sbagliare.
Innanzitutto descrive un vagare: nell'errare non si fila lungo una via retta, e l'errore traccia un percorso peregrino e imprevedibile. E proprio l'abbandono della via retta segna l'errore quale allontanamento dal giusto, dal corretto, dal morale o dal razionale.
Attenzione allora: la parola errore ha lo stesso etimo della parola errare.
L’errare, e quindi l’attività di chi erra, di chi è un viandante, di chi è un vagabondo, è considerata, in un sistema dominato dalla paura, come qualcosa di spregevole, di misero, di miserabile.
Qui c’è un equivoco grave che ci deriva dal mondo latino, con cui abbiamo sempre vissuto. Non abbiamo mai avuto modo di sondare, di scavare, di guardare dentro questa parola e tutti noi, anche quelli che ci hanno preceduto, spesso hanno frainteso i termini perché nessuno, evidentemente, ha mai analizzato questo duplice significato.
Caratteristica fondamentale della filosofia invece, è proprio quella di errare, o di-vagare, oppure, per utilizzare una parola che si riferisce alle nuvole, vagolare - le nuvole vagolano nel cielo infinito, liberamente, ingenuamente.
Ingenuo è una parola anch’essa vittima di un malinteso. L’ingenuo, in un sistema dominato dalla paura è una persona stupida, che non sa quello che fa. In realtà la parola ingenuo viene dal latino ingenuus e significa nato libero. Le nuvole, ingenuamente, vagolano nel cielo.
Ogni grande filosofo, ogni creativo ed artista, ha vagato con la sua mente ed ha creato le più belle invenzioni.
La Basilicata è una terra di tradizione contadina, di nomadi e pastori.
Il formaggio, ad esempio, è un’invenzione che nasce proprio dall’errare nel suo duplice significato. Il formaggio è nato da un errore errando. Per fare il formaggio bisogna aggiungere il caglio, così anche per la mozzarella. Ma che cos’è il caglio? Come l’essere umano è arrivato al caglio? Errando.
Quando i popoli nomadi dovevano trasferirsi vagabondando per le terre, avevano la necessità di trasportare degli alimenti. Per il latte, non avendo contenitori moderni, usavano lo stomaco degli animali.
Trasportando il latte nello stomaco degli animali, e vagando per le terre in cerca di condizioni migliori per poter vivere, si accorsero però che esso, a contatto con i succhi gastrici degli animali, cagliava e si induriva. L’invenzione del formaggio si deve proprio ad un’esperienza imprevedibile, data appunto dalla possibilità di errare, e dal vagabondaggio della mente e del corpo.
Tante grandi invenzioni sono nate così, lasciando libera l’immaginazione di spaziare oltre i confini del prestabilito.
Allora vi deve esser un inno al coraggio vivo, forte, per affrontare la vita liberamente anche vagando, anche errando, non verso una destinazione precisa, ma con gli occhi del cuore e dell’anima ben aperti.
Quando si viaggia, bisognerebbe riempirsi lo spirito di bellezze che ci circondano. Questo credo sia il senso profondo del viaggio e del viaggiare.
Una pietra, messa da sola su un treno, non si può dire che viaggi.
Perché ci sia un viaggio è necessario che ci sia un’anima vibrante, che ci sia un’anima sognante, e che durante quel viaggio possa accadere un viaggio nel viaggio, e che ci possa essere uno sconfinamento dei confini interiori grazie allo sconfinamento dei confini esteriori.
L’ARTE DELLA COINCIDENZA
Mi piace allora prendere in prestito dal mondo ferroviario un termine bellissimo che è la coincidenza.
La coincidenza avviene quando due treni si fermano su due binari paralleli, e si incontrano, ed una persona può passare da un treno ad un altro. Ma la coincidenza è anche il fatto che siamo tutti qui adesso, ed è una coincidenza forse, che ci troviamo assieme in questa terra a poter parlare, a poter sperare, a poter pregare per un futuro migliore.
Questa è una splendida coincidenza!
La scuola è la ferrovia del futuro: un territorio di coincidenze dove i ragazzi s’incontrano, ognuno con le proprie esperienze, e qui ci si ferma come treni, ci si guarda negli occhi potendosi parlare, potendo dialogare. E’ una splendida coincidenza che ci siate voi e non altri. Avete stretto delle amicizie che possono essere fondamentali per la vostra vita. Cercate di mantenere le vostre amicizie ora, perché la scuola vi dà la possibilità, attraverso questo splendido gioco delle coincidenze, di intrecciare amicizie che vi potranno aiutare e salvare durante la vostra vita da adulti. Ma coincidenza è un’altra splendida parola che può farci riflettere su un concetto molto importante.
La nostra anima è sconfinata. Eraclito diceva: per quanto tu voglia percorrere la tua anima - cioè la tua immaginazione - non ne troverai mai i confini, tanto è profondo il logos.
Ma che cos’è il logos? Il logos è il fluire, lo scorrere di un fiume, lo scorrere del sangue nelle arterie, il movimento dei pensieri, lo spostamento continuo delle nuvole nel cielo. Il logos è ciò che fa in modo che noi, come esseri viventi che abbiamo dentro il fluire della vita, siamo uniti col fluire dei fiumi, uniti col soffio del vento. Perché noi siamo natura, noi siamo profondamente natura. E la natura è sacra.
La nostra parte interiore, immaginifica, l’anima - dal greco Psychè, farfalla - è libera di volare nel cielo sconfinato dei pensieri senza alcun limite.
Quando riuscirete voi a far coincidere il vostro vastissimo e sconfinato mondo interiore - in cui nascono i sogni più belli - col vastissimo e sconfinato mondo esteriore, in cui i desideri si realizzano, ci sarà la coincidenza.
Ciò che profondamente vi auguro è che nel vostro vagare, nel vostro errare, abbiate il coraggio di affrontare la vita, e che abbiate fiducia, perché nonostante le difficoltà, la vita è sempre bellissima.
Giustino Fortunato ha lottato fieramente mentre gli dicevano che era l’apostolo del nulla. Ma aveva un pensiero divergente, perché era egregio. Egregio è una parola che viene dal latino ex-gregis che significa fuori dal gregge. Fuori dal gregge! Andate allora fuori da questi territori tracciati da gente che vi domina e che vi vuole servi e schiavi. Uscite, e create nuove traiettorie, e abbiate il coraggio di farlo.
E dovete avere solo una stella. Una stella polare in alto, un faro che vi illuminerà. Pensate ad una nave nella tempesta. Le navi sono nelle tempeste ma riescono a tornare a casa, in patria, nel proprio paese, anche quando sono spaesate, grazie alla luce del faro.
Voi avete una luce preziosa che è il vostro cuore, che è il vostro essere autentico, ciò che realmente siete: la vostra patria, il vostro paese, la vostra casa, ciò da cui provenite, grazie alla connessione con i vostri genitori, coi vostri nonni.
Il vostro cuore splendente vibra, batte, come un logos, come un fiume nel profondo divenire, ed è la luce del vostro cuore che vi potrà aiutare, se non ne perderete mai il contatto, a ritrovare la strada di casa. Ovunque voi siate.
Ma abbiate il coraggio di fare le scelte.
Giordano Bruno, incendiato a Campo dei fiori nel 1600, era eretico. Eretico ha lo stesso etimo della parola errare ed errore e viene da hereo, in greco, che significa scegliere. Allora scegliete, liberamente. Perché siete liberi. Perché viviamo su un granellino di sabbia disperso nell’universo. Voi abitate il cosmo, come gli australiani, come gli americani, e come probabilmente altri esseri viventi che provengono da un altro pianeta. Ogni raggio di luce che vi illumina, prima di raggiungervi, ha attraversato 150 milioni di chilometri di spazio. Voi siete figli del cosmo. Siate liberi. Non vi fate ingabbiare dalla paura. Non vi fate ingabbiare dalla vergogna. Agite liberamente. Possibilmente però per il vostro bene. Ma il vostro bene è profondamente collegato con il bene della terra da cui provenite. Voi venite da una terra bellissima. Difendetela. Siate guerrieri. Perché è la terra da cui provengono le vostre famiglie, i vostri antenati, il vostro splendido e meraviglioso cuore."
Andrea Lucisano, 3 maggio 2018
INTERVISTA AD ANDREA LUCISANO
"Tra i relatori ospiti al Certamen Fortunatianum il dott. Andrea Lucisano. Parafrasiamo il titolo di questa edizione 2018. Parliamo di binari della storia: arrivi e partenze.
Io proposto un intervento su un tema che ha portato all’approfondimento del tema delle coincidenze. Le coincidenze come quelle del treno, ma le coincidenze anche delle vite dei ragazzi che si incontrano nella scuola, che è una ferrovia per il futuro. Questi ragazzi devono imparare a mantenere viva la luce che hanno per potere illuminare la terra che li circonda e le generazioni che verranno. Reinterpretando il pensiero di Giustino Fortunato che è stato un combattente, un guerriero del Meridione.
I ragazzi hanno questa forza propulsiva ma hanno bisogno di riferimenti precisi per imparare ad andare, ma anche a ritornare nel loro paese di origine per cercare di renderlo migliore, attraverso la tradizione (da tradere, consegnare) e la consegna dell’insegnamento delle generazioni che sono venute prima.
Questo Certamen è un’occasione meravigliosa per poter discutere ed avere una visione comune in questo splendido villaggio educante, in questa comunità educante voluta e promossa dal Dirigente Scolastico Antonella Ruggeri.
Non deve mancare la saggezza, bisogna imparare soprattutto dagli sbagli.
Esatto. Il titolo del mio intervento era, appunto, Viaggiare humanum est: l’equivoco dell’errare. Per realizzare questo magnifico viaggio che è la vita è necessario il coraggio e non bisogna avere paura si sbagliare. “Errare humanum est”, ma errare ha un duplice significato: significa sbagliare, deviare, ma anche vagabondare, viandare. Si pensi al vagolare delle nuvole nel cielo che tracciano un percorso imprevedibile.
Ma è proprio con il pellegrinaggio del corpo ma anche dell’esperienza dell’anima che si può arrivare ad avere delle visioni molti importanti per la comunità che ci circonda. Il filosofo Nietzsche in Umano troppo umano, elogia la figura dell’errante, che trova la sua gioia nel mutamento e nella transitorietà. E’ importante insegnare ai giovani ad avere coraggio, per poter scegliere e poter prendere non la strada della paura ma quella dell’amore, per illuminare il paese in cui essi vivono.
Cosa manca, a suo modo di vedere, nella realtà scolastica di oggi?
Ci sarebbe molto da fare. Viviamo un’era particolare. Con l’avvento dei social network e della tecnologia, questo è un momento storico in cui la scuola andrebbe rifondata.
Lo spirito, però, che vive in questa istituzione, è appunto quello di fare scuola. Scuola (dal greco scholè) significa luogo di libera discussione, ma anche il tempo concesso ai giovani per poter intraprendere un cammino personale che li possa portare all’espressione del proprio talento. Questo è ciò che dovrebbe essere la scuola.
Il Certamen è un tentativo nobile di realizzarne il significato profondo, promosso con anime brillanti e visioni splendenti, che può aiutare i ragazzi a ritrovare la strada scintillante verso se stessi che è la strada che li può condurre alla vera felicità. Felicità non è possedere beni materiali, la felicità è l’espressione del sé autentico, è saper coltivare il proprio talento e metterlo al servizio della propria comunità.
La società di oggi non incoraggia affatto…
La società di oggi non aiuta i giovani e cerca di distrarli (distrazione significa allontanamento da sé stessi) perché è profondamente corrotta e perché è stata divorata dalla paura e dal desiderio malsano verso il denaro ed i beni materiali. Bisognerebbe spostare l’attenzione verso i beni immateriali che sono appunto la condivisione, l’amicizia, la fratellanza, la gioia e la condivisione di obiettivi per il bene comune. Il bene comune è un simbolo così bello così meravigliosa, ma ormai abusato.
Parafrasando Giordano Bruno con la metafora del mondo riversato, vien e da pensare che questo sia un mondo alla rovescia da ribaltare: i più corrotti sono al potere ed i più ingenui, i più buoni, sono tenuti fuori dalla comunità. Dovrebbe essere il contrario. Candidarsi in politica viene dall’essere candido, che significa essere puro, innocente come un bambino, e la parola ministro viene dal latino minus che significa colui che sta più in basso, perché il ministro è il servitore dello Stato, che per il bene comune dovrebbe lavorare per rendere la realtà migliore. Tutto questo invece è al contrario, in una società corrotta.
I ragazzi vedono una società attorno che non rispecchia le loro idee pure, le loro idee genuine, e quindi poi ci rimangono male. Ho realizzato infatti con gli studenti del Liceo Rionero in Vulture, in collaborazione con Evelyn Egner della nostra Associazione La Danza delle Farfalle Onlus un cortometraggio, frutto del laboratorio di cinematografia e filosofia dal titolo “CINEMAIEUTICA”. I ragazzi hanno prodotto un cortometraggio, scritto da loro, sul tema del suicidio. Gli studenti, 55 partecipanti, hanno votato a maggioranza il tema del suicidio. Dicevano che questo è un argomento che è molto caro ed a cui pensano spesso. Il cortometraggio comincia con una slide che segnale che il 53% degli adolescenti, almeno una volta, ha pensato al suicidio. Questo dovrebbe fare riflettere molto gli adulti, i politici, per cercare di fare delle scelte che possano veramente servire per al futuro di questi ragazzi. Perché il futuro è di questi ragazzi. La Basilicata è bellissima, ma se certi politici svendono la terra alle aziende del petrolio, incassando sottobanco le tangenti, tutto questo non fa altro che avvelenare questo territorio e fa in modo che molti di questi ragazzi un giorno debbano partire per non tornare mai più."
Intervista ad Andrea Lucisano, 3 maggio 2018